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Vent’anni del Museo della Moda e delle Arti Applicate
Sono passati 20 anni dal 3 dicembre 1999, da quando per i Musei Provinciali di Gorizia si apriva un capitolo nuovo con la nascita del Museo della Moda e delle Arti Applicate. Gestito dall’Ente Regionale per il Patrimonio Culturale del Friuli Venezia Giulia, il Museo è una delle poche istituzioni italiane di questo genere.keyboard_arrow_right
Nel corso dei suoi vent’anni, il Museo ha realizzato mostre a tema, dedicate a protagonisti dello stile italiano nel mondo, oppure a epoche storiche e movimenti artistici esplorati negli elementi di trasversalità tra le arti. Grandi esposizioni che, assieme alle tante acquisizioni che hanno segnato la sua storia, il Museo ha inserito, almeno in parte, nella mostra “Vent’anni del Museo della Moda e delle Arti Applicate di Gorizia”. Ed è proprio in questa occasione che il Museo ha rinnovato il percorso espositivo permanente, seguendo il tema “righe, quadri, fiori”.
Sin dalla sua nascita, il Museo della Moda e delle Arti Applicate poteva contare su un patrimonio di macchinari e campioni tessili Sette e Ottocenteschi, una ricca collezione di gioielli e soprattutto una ancor più ricca collezione di abiti e accessori mitteleuropei acquistata nel 1992 da una coppia di antiquari triestini. Proprio l’acquisto della collezione Verchi aveva posto le basi per comporre i singoli tasselli in un quadro organico. Si poteva già raccontare la pagina di storia relativa alla seta, la cui produzione e tessitura furono vanto dell’asburgica Contea di Gorizia nel Settecento. Ma ora si sarebbero potute raccontare anche infinite storie di moda di epoche lontane e vicine, in un arco temporale compreso tra XVIII e XX secolo.
Dotato di una esposizione permanente (a rotazione) nelle Case Dornberg e Tasso (e dal 2014 anche Casa Formentini) a Borgo Castello, il Museo cura la conservazione, il restauro e l’incremento delle collezioni. Il patrimonio conta attualmente oltre 9.000 capi, tra abiti e accessori, con un alto grado di completezza per l’arco temporale compreso tra 1900 e 1920. L’area di riferimento è prevalentemente mitteleuropea (Trieste, Gorizia, Vienna, Praga), ma alcuni tra i pezzi più belli provengono da Parigi.
Le mostre
Il format storico
Le mostre organizzate sinora hanno abbracciato un arco temporale che va dal Settecento al Novecento. I pezzi esposti provengono dalle variegate collezioni dei Musei Provinciali di Gorizia (Museo della Moda e delle Arti Applicate, Museo della Grande Guerra, Pinacoteca, Biblioteca, Archivio Storico Provinciale), da collezioni private e prestigiose istituzioni museali europee (Fondazione Musei Civici di Venezia, Wien Museum, Kunsthistorisches Museum e Museum für Angewandte Kunst, Liechtenstein Museum, Vienna, Polo Museale Fiorentino, Museo della città di Roma e molte altre).
I protagonisti dello stile
Nel 2004 “Roberto Capucci. Creatività oltre i confini della moda” ha rappresentato, con i 110 abiti esposti, una delle più importanti mostre dedicate al maestro. La rassegna, con taglio cronologico, è stata allestita a Palazzo Attems Petzenstein (abiti, abiti scultura, sculture tessili) e Borgo Castello (produzione grafica). Tra i pezzi più importanti esposti, si ricorda la serie di sculture tessili realizzate per la Biennale di Venezia del 1995, l’edizione del Centenario, e Oceano, creato per l’Expo di Lisbona del 1998. Nel 2018 a Borgo Castello una nuova mostra ha esplorato una delle fonti di ispirazione di Capucci, il mondo floreale, ispirazione che lo accomuna al fotografo Massimo Gardone: “L’atelier dei fiori. Gli abiti di Roberto Capucci incontrano le immagini di Massimo Gardone”.
Nel 2006 è stata la volta di “Caleidoscopio Missoni”, dedicata all’opera di una famiglia di creativi che ha fatto e fa la storia del made in Italy, creando un marchio che è tuttora ambasciatore dello stile italiano nel mondo. La mostra, allestita a Palazzo Attems Petzenstein, era concepita come un fuoco d’artificio di installazioni basate sull’illusionismo ottico dei motivi grafici e i cromatismi che costituiscono la sigla distintiva di Missoni. Il fulcro della mostra era costituito dalla serie completa di arazzi creati dalla vena artistica di Ottavio Missoni, presentati con le modalità più spettacolari.
Un diverso made in Italy
È quello rappresentato dalla Sartoria Tirelli, un vero “Atelier degli Oscar”, fucina di costumi cinematografici straordinari, così determinanti nella costruzione dei personaggi da identificarsi con essi in modo inscindibile. Merito di una grande artigianalità e del genio di costumisti del calibro di Piero Tosi, Gabriella Pescucci, Ann Roth, Milena Canonero.
La mostra più recente
… e forse anche la più originale: “Occidentalismo. Modernità e arte occidentale nei kimono della collezione Manavello”. L’Orientalismo è un fenomeno ben conosciuto nella storia dell’arte, non così il fenomeno speculare. I kimono della collezione Manavello costituiscono evidenza del fatto che gli artisti giapponesi della prima metà del Novecento erano aggiornati sui contemporanei sviluppi delle arti figurative in Occidente, tanto da decorarne il capo che rappresenta l’essenza stessa della tradizione.
Giorni e orari di apertura:
Da martedì a domenica dalle 9.00 alle 18.30 (la biglietteria chiude mezz’ora prima)
Chiuso il lunedì
Biglietto d'ingresso (valido per la visita alla mostra e per tutti i musei con sede in Borgo Castello):
Biglietto intero: 6€
Biglietto ridotto: 3€ (ragazzi tra i 18 e i 25 anni; gruppi di almeno 10 persone; nuclei familiari con minorenni; soci Icom; soci Coop; soci Cec).
Biglietto gratuito: insegnanti con scolaresche; accompagnatori turistici o guide; giornalisti; disabili e accompagnatori; prima domenica del mese
Biglietto scolaresche senza visita guidata: 1€ procapite (insegnanti accompagnatori ingresso gratuito)
Biglietto scolaresche con visita guidata: 3€ procapite (insegnanti accompagnatori ingresso gratuito)
Il biglietto consente l’ingresso alla mostra, al Museo della Moda e delle Arti Applicate, al Museo della Grande Guerra e alla Collezione Archeologica.
Per chi volesse visitare anche il Palazzo Attems Petzenstein, sede della Pinacoteca è possibile acquistare un unico biglietto cumulativo: intero 7€, ridotto 4€ (ragazzi tra i 18 e i 25 anni; gruppi di almeno 10 persone; nuclei familiari con minorenni).
Accessibilità:
La mostra è parzialmente accessibile ai disabili.
Prenotazione visite guidate:
Tel: +39 348 1304726
@: didatticamusei.erpac@regione.fvg.it -
Museo della Moda e delle Arti applicate
ORARI:keyboard_arrow_right
dal martedì alla domenica dalle 9.00 alle 19.00
Chiuso lunedì
Ogni prima domenica del mese ingresso gratuito
PASQUA CHIUSO
APERTURE STRAORDINARIE
Lunedì 10 aprile (Pasquetta): 9 - 19
Ogni sabato e domenica, alle ore 17.30, è possibile seguire la visita guidata alle mostre Tra la terra e il cielo. I meravigliosi ricami delle Orsoline e Le Orsoline a Gorizia. Un filo prezioso lungo 350 anni previa prenotazione, scrivendo a didatticamusei.erpac@regione.fvg.it oppure telefonare al numero +39 348 1304726
Per informazioni, prenotazioni e visite guidate:
+39 0481 385228
@: didatticamusei.erpac@regione.fvg.it
Tel.: +39 348 1304726
DAL 1° APRILE 2022, PER ACCEDERE A MUSEI, PARCHI ARCHEOLOGICI, MOSTRE, ARCHIVI, BIBLIOTECHE E ALTRI LUOGHI DELLA CULTURA NON SARÀ PIÙ NECESSARIO IL GREEN PASS RAFFORZATO, NÉ QUELLO BASE. L'USO DELLA MASCHERINA E' CONSIGLIATO.
Biglietti d'ingresso (biglietto unico per tutti i musei con sede in Borgo Castello):
Biglietto intero: 6 euro
Biglietto ridotto: 3 euro (ragazzi tra i 18 e i 25 anni; gruppi di almeno 10 persone; nuclei familiari con minorenni; soci Coop; soci Cec; soci FAI).
Biglietto gratuito: insegnanti con scolaresche; accompagnatori turistici o guide; giornalisti; soci Icom; disabili e accompagnatori.
Biglietto scolaresche senza visita guidata: 1 euro a persona (insegnanti accompagnatori ingresso gratuito)
Biglietto scolaresche con visita guidata: 3 euro a persona (insegnanti accompagnatori ingresso gratuito)
Il biglietto prevede l’ingresso per il Museo della Grande Guerra, il Museo della moda, la Collezione Archeologica ed eventuali mostre in corso nella stessa sede.
Per chi volesse visitare anche Palazzo Attems Petzenstein, sede della Pinacoteca, ed eventuali sue mostre, è possibile acquistare un unico biglietto cumulativo: intero 7 euro, ridotto 4 euro.
Accessibilità:
Parziale, sono presenti barriere architettoniche.
Nato nel 1999 in seno ai Musei Provinciali di Gorizia, il Museo della Moda e delle Arti Applicate rappresenta una delle pochissime istituzioni museali italiane dedicate organicamente alla storia del tessile e del costume.
Il percorso espositivo, che si snoda tra le Case Dornberg, Tasso e Formentini, si apre con una sezione dedicata alla produzione, lavorazione e tessitura della seta, attività che nel Goriziano, parte dell’Impero asburgico fino al 1918, rivestirono grande importanza, soprattutto nel Settecento, grazie all’impulso impresso dagli imperatori Maria Teresa e Giuseppe II. Nel Goriziano si realizzavano tessuti serici semplici e di ottima qualità, come taffetas e gros de Tours, ma anche piccoli operati e splendidi damaschi. Il racconto di questa pagina di storia è affidato a campioni tessili e macchinari, tra cui spicca il monumentale torcitoio circolare da seta settecentesco risalente alla metà del XVIII secolo. Considerato il più antico del genere, si tratta di un macchinario la cui unicità consiste nel venire azionato non dalla ruota idraulica, ma da una persona che, situata al suo interno, lo deve spingere camminando all’indietro.
Il 3 dicembre 2019, in occasione del ventennale del Museo, è stato inaugurato un nuovo allestimento con una selezione delle collezioni basata su tre fili conduttori: righe, quadri e fiori. Si tratta di tre pattern che attraversano la storia del costume, cambiando connotazione e significato anche in modo radicale. Tra Sette e Novecento sono motivi decorativi amatissimi, che colorano gli abiti (e gli accessori!) di uomini, donne e bambini con diversi gradi di (in)formalità. Ne sono testimonianza i figurini di moda e i multiformi oggetti che compongono le raccolte museali. Si comincia dai campioni di tessuto (seta, naturalmente) per passare ad abiti, gioielli, merletti, cappellini, fazzoletti ricamati, borsine, parasoli.
I campioni tessili esposti sono stati selezionati secondo i tre temi guida dell’allestimento – righe, quadri e fiori, appunto – e un’installazione multimediale interattiva consente al visitatore di cimentarsi con il design tessile, creando a proprio piacimento le più svariate combinazioni.
La parte centrale dell’allestimento espone abiti scelti tra quelli con tessuti rigati e quadrettati, che vanno dal ‘700 agli inizi del ‘900. Tra i più spettacolari, gli abiti femminili di metà Ottocento, destinati a essere portati con ampie crinoline. Un’altra installazione multimediale basata su figurini di moda accompagna il visitatore in un viaggio nella storia del costume, tra interni domestici, giardini e teatri.
L’ultima parte del percorso espositivo è stata concepita da Thessy Schoenholzer Nichols come una sequenza di situazioni ispirate al tema del fiore. Si va dall’abbigliamento maschile settecentesco, più fiorito di un erbario, al parasole degli anni Venti. Tra gli abiti femminili si segnalano quelli disegnati da Maria Monaci Gallenga, con fiori ispirati alle stoffe rinascimentali, ma una parata di abiti novecenteschi fa capire quanto il tema floreale sia stato frequentato lungo tutto il secolo.
Alla fine del percorso, una pioggia di fiori crea atmosfere di pura poesia.